Quarti di Finale al vetriolo: agonismo e polemiche
Improvised, Makisono, Diomaiuti e Cros Team le 4 finaliste
C’è poco da chiamarli Amatori. Quando si arriva alla stretta finale, le migliori squadre del torneo cadetto svelano la cifra agonistica e tecnica reale, che non le fa affatto apparire come “squadrette di amici messe su giusto per divertirsi”. Certo, la tensione può non aiutare, qualche defezione può condizionare, ma la verità è che le 8squadre approdate ai Quarti, non sono qua per fare tappezzeria. In primis il the Improvised. Il team di Vitetti affronta una delle altre squadre papabili per il titolo, quegli Amici di Beppe, che causa qualche intoppo nella prima fase, si ritrovano come seconda classificata. Per Amoroso, la rincorsa al titolo Amatori è “l’Obbiettivo”, ma ancora una volta qualche defezione rischia di compromettere il cammino. Il the Improvised, a dispetto del nome, invece, è piuttosto organizzato, e ben assortito, e parte subito arrembante. Gli Amici di Beppe recuperano Giorgini, calano la carta Chiaretta (in luogo di Daniele, oggi assente..), ci provano con la Chirico, e restano cuciti a Vitetti e compagni. Il 1°parziale procede punto a punto, e si arriva sul traguardo pressochè appaiati. Ma qua un servizio errato della Chirico, concede il pallino al the Improvised, e manda a servire Vitetti: ricezione “slash” e Russo chiude il rigore, quindi arriva l’ace sulla Tiberi ed è 1-0. Non si perde d’animo il sestetto della Amoroso, e torna a mordere anche nel 2°, ma manca qualcosa per riuscire a staccare gli avversari. La Rostagno cerca di variare le proprie soluzioni, ma dall’altro lato della rete, ha più fortuna la Giordanetto coi suoi. Il parziale scivola di nuovo nella zona calda senza un vero padrone, ma si vede che il the Improvised è più lucido e quando conta, il pallone per terra lo spinge il team di Vitetti: 2-0. Il raddoppio taglia un po’ le gambe a gli Amici di Beppe, che vacillano, pur cercando di reagire. Ma la Gaiotti continua a colpire dagli esterni, la Ferro è attenta in copertura, e le redini del gioco restano in mano al the Improvised, che pur stanco, punta la Semifinale, e attracca col servizio della Ferro, e l’ultimo punto di Vitetti, sfatando i propri tabù (da anni le finali sembravano stregate), mentre ancora una volta ad Amoroso e soci, manca lo slancio nelle fasi decisive del Torneo. Se il match del campoA non ha previsto colpi di scena, in parallelo, Ciguer e Makisono decidono di tenere tutti sulle spine per un’abbondante paio d’ore. L’avvio evidenzia la condizione non ottimale di Voria, che già un po’ incerto, viene pure bacchettato dal direttore di gara. I doppi destabilizzano la regia del Ciguer, che peraltro già di suo entra in campo contratto e decisamente meno aggressivo rispetto i gialli della Bonacci. Crisafulli sembra decisamente in serata, mentre di contro Bortolozzo fatica a trovare continuità. Regge di fatto solo la Alessandria in fase offensiva, mentre di gran sacrificio sono la prestazione della Martinelli, come oltre la rete quella di Paglia, come Liberi. Il 1°set risulta dunque una formalità, ma pure la 2ªfrazione scivola via senza che il Ciguer riesca a replicare al Makisono, che sembra essere in pieno controllo, sebbene il divario si riduca fino a sole 3 lunghezze. Ma l’eccesso di sicurezza, e la stanchezza affiorante, cambiano le carte in tavola. Il 3°parziale aumentano gli errori soprattutto al servizio i sei della Bonacci, e quando la Molino va in battuta, arriva un break viziato da una serie di spigoli, che fa scappare il Ciguer. A poco serve una sospensione, il Ciguer prende qualche lunghezza di distacco, e la mantiene, nonostante un controbreak effimero rimetta momentaneamente in vantaggio il Makisono. Altra controfuga e distanze accorciate nel conto-set. Il contraccolpo mette alle corde il Makisono, e il 4°set si apre ad elastico. Argentieri da postoIV trova delle ottime parallele, Bortolozzo, spostato al centro, trova una costanza “svizzera”, mentre Calzavarini a muro fatica a battezzarne le direzioni. Insomma, il Makisono sembra in calo, e il Ciguer guarda al tie-break, e lo conquista “esplodendo” Paglia. Il 5°set vede due equipes stremate, che si inseguono ancora una volta ad elastico. Si ravviva il duello Bortolozzo/Crisafulli, ma decisivi sono un pallone sporco di Voria, cui segue uno dei rari errori proprio di Bortolozzo. Si chiude con qualche “differenza di vedute” tra direttore di gara e il Ciguer, ma per fortuna è una contestazione molto più contenuta rispetto quella sul finale di Diomaiuti-Drink Team Perù. E dire che la gara parte in tono minore. Il match atteso è uno scontro tra attacco e difesa, ma il proverbiale ordine tattico e la frustrante fase di contenimento peruviana, in apertura non sembrano all’altezza della propria nomea. Viceversa, Rosato e compagni partono carichi e determinati, e appena vedono che la resistenza non è quella auspicata, decidono di mettere quanto più fieno possibile in cascina. Granda stesso deve trovare la propria condizione migliore, ed il set è in pratica presto compromesso. Palazzolo, con il “potere forte” vaccinale, è in serata e copisce duro. Tuttavia, con la solita pazienza, i rossoneri poco alla volta racimolano un punto qua, un pallonetto là, qualche errore gratuito del Diomaiuti, e fanno comunque capolino verso il finale di set, chiudendo appena a -3. L’inquietudine per Rosato, è tutto sommato breve. Difatti al rientro, il Drink Team sembra essersi dileguato (o sciolto, viste le solite temperature della palestra..), e quindi ne approfitta la Croci per smistare un po’ di più il gioco, mettendo in moto tutto il sestetto. Non è credibile tuttavia che Granda e compagni possano alzare bandiera bianca così presto, e difatti così non è. Sicuramente con una parziale complicità del Diomaiuti, che inizia a commettere una serie d’errori (soprattutto in battuta..), ma la regola coi peruviani resta comunque: “mai abbassare la guardia”. Così, si torna a duellare sottorete, e con un Diomaiuti in calo, il Drink Team sale. Il divario non è abissale, quello creato da Ramirez e Rivera, ma è sufficiente perchè la gara possa essere riaperta: 23-25 e 2-1. É il set della verità, e la gara si fa calda. Il Drink Team procede col proprio assedio in stile “medievale”, prendendo per inedia gli avversari, frustrandone le velleità offensive fino a stremarli; il Diomaiuti prova con vari strattoni ad andarsene, ma i peruviani rinvengono e sono sempre lì. Il momento è cruciale, ma il direttore di gara congela un’alzata nella metacampo rossonera. Inizia a serpeggiare un po’ di nervosismo, ma poco dopo un’altra palla dubbia viene assegnata al Diomaiuti, ed è il match-ball. In panchina Reyes è sconcertato e chiede lumi anche al tavolo segnapunti, ma l’arbitro è irremovibile nella propria decisione, ed esce tra la contestazione della torcida rossonera e quella dei giocatori di Granda, piuttosto amareggiati, dopo aver quasi raddrizzato un match che sembrava essere deciso dopo appena due parziali. Rosato, tomo tomo, mantiene il basso profilo e accede alla Semifinale, ed oltrepassato il telo cerca di capire quale avversaria gli toccherà in sorte (e per quale magari sarebbe “meglio” tifare..). La gara che l’interessa è quella tra Cros Team e Sport Magic Box. Entrambe, causa l’attesa dovuta alla gara-fiume precedente, ci mettono un po’ per riguadagnare la giusta carica agonistica, e buona parte del 1°set risulta decisamente macchinoso, sia nei gesti, che nel ritmo. Ci si attenderebbe una martellante presenza in prima linea di Sapino tra i cambianesi, ma Colazzo questa sera è particolarmente attento a muro, e poi in attacco sa sviarne bene la marcatura. Anche Villata non pesta pesante, ed a dirla tutta, sono più i servizi a fare la differenza, come quelli di Dilda e la Crosetto, che solo qualche buon passaggio a rete di Sapino permette di rintuzzare. Il 1°set il Cros Team è dunque in controllo, e pur di misura, se l’intasca, grazie anche alle piazzate in parallela di Corvaglia. Ci si attenderebbe una risposta dal Magic Box, viceversa anche Aghemo stasera non è efficace come nell’ultima uscita di girone, e non riesce nemmeno a capitalizzare con un doppio-cambio, poi successivamente chiuso. L’ingresso della Crisafulli dà una leggera mano, ma un ordinato Dilda e i colpi sporchi di Palucci, portano il Cros Team al raddoppio. É l’ultima chiamata, per la quale entra anche Fracchia, ma la partenza è preoccupante: 0-4. Per fortuna dei cambianesi, con un paio di rotazioni il divario si ricompone. Crosetto e compagni un po’ si rilassano come dimostra qualche azione più affine al ping-pong che al volley. Recuperata lucidità, il set avanza nuovamente come i precedenti: un punto a punto, in cui per stile si distingue Palucci, leggiadro, ma falloso in pipe. Il break lo confeziona Dilda a muro, ma Fracchia prova a trascinare il team col servizio calando la controfuga: 19-21. temporeggia ancora la Crosetto, e fa bene, poichè riesce a rimettere in linea il parziale. La tensione è alta e non se le mandano a dire sottorete, e il direttore di gara esibisce anche un giallo, tenta lo strappo il Magic Box, ma Palucci toglie dagli impicci Crosetto e compagni. Il 25 è a un passo, ma i cambianesi incalzano e impattano a 23. Il match-ball però capita nelle mani del Cros Team, e fortuna sua, il Magic Box non riesce a gestire bene la replica, e Palucci di prima intenzione fredda Aghemo e compagni con un palleggio piazzato nell’angolo di postoI (già provato con “minor” successo pochi punti prima). Vince dunque senza troppa fatica il Cros Team, e si prepara per sfidare l’ “ex-” Rosato, nella gara di apertura della final-four. Les jeux sont faits, i palloni sono in gioco nella grande roulette delle Semifinali: che vinca il migliore!
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